DIRITTO D’AUTORE

ANCHE MOZART COPIAVA

e plagiava i Beatles

Un viaggio tra palcoscenici e aule di giustizia accompagnati dal direttore d’orchestra Vince Tempera. Con i contributi degli avvocati Giorgio Assumma e Gianpietro Quiriconi, del criminologo Vincenzo Mastronardi, del musicologo Girolamo De Simone e del melomanipolatore Nicola “DjBatman” Battista. Con il diario dettagliato di un secolo di campionamento, da Ottorino Respighi a Jovanotti, dai Negativland alla sigla di Techetechete’.

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La cosiddetta musica leggera è tutta un plagio. Vent’anni fa il libro Anche Mozart copiava per primo affrontò le tematiche legate all’esaurimento delle combinazioni tra melodia, armonia e ritmo. Oggi l’apparente paradosso Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles include la componente psicologica della fascinazione che induce gli autori, per quanto onesti e virtuosi, a subire il carisma dei propri modelli. Con risultati talvolta rovinosi: nessuno dei più famosi artisti italiani e internazionali è sfuggito da accuse o citazioni in giudizio per contraffazione.
Il repertorio del copia-copia è stupefacente: dai canti sacri come Mira il tuo popolo alle carole natalizie come Tu scendi dalle stelle, dagli inni istituzionali a quelli delle squadre di calcio, da Faccetta nera a Bella ciao, dai refrain della pubblicità alle filastrocche per bambini, dalla sigla dell’Eurovisione a quella del Tg1, dalle colonne sonore cinematografiche all’ecatombe di settantatré edizioni del Festival di Sanremo.
Questo libro esamina l’universo degli illeciti musicali, documenta vertenze clamorose e segrete attraverso le testimonianze dei protagonisti e rivolge inedita attenzione alle più temibili insidie odierne e future individuate nel campionamento musicale e nell’intelligenza artificiale. Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles rappresenta l’esclusivo diario delle denunce e delle confessioni affidate all’autore dai maggiori compositori italiani degli ultimi trent’anni e raccoglie istruzioni e suggerimenti diretti agli artisti da parte dei massimi esperti di diritto d’autore, di psicologia e criminologia.

La tesi della fascinazione – accezione psicologica del plagio – per illustrare come Jerry Lewis ha plagiato Adriano Celentano, Elvis Presley ha plagiato Little Tony e Bobby Solo, Joe Cocker ha plagiato Zucchero.

Il riepilogo di 25 anni di inchieste sul plagio musicale con i racconti, le denunce, le confessioni, i suggerimenti di Al Bano, Tito Aprea, Luis Bacalov, Sergio Bardotti, Gianni Bella, Franco Bixio, Claudio Buja, Luciano Chailly, Johnny Charlton, Stelvio Cipriani, Don Backy, Detto Mariano, Paolo Dossena, Sergio Endrigo, Nico Fidenco, Giorgio Gaslini, Roberto Gasparini, Francesco Guccini, Fausto Leali, Bruno Lauzi, John Lennon, Mal, Natale Massara, Roby Matano, Paul McCartney, Paolo Mengoli, Franco Migliacci, Mogol, Ennio Morricone, Massimiliano Pani, Gino Paoli, Lorenzo Pilat, Nicola Piovani, Bobby Posner, Sergio Rendine, Enrico Ruggeri, Bobby Solo, Dino Verde, Toni Verona, Edoardo Vianello, David Zard, Zucchero.

Minerva edizioni, 2023
Formato: 15×23 cm
pagine: 368
copertina rigida con sovraccoperta
lingua: italiano
isbn: 99788833246161
progetto grafico: Ines Paolucci

ANCHE HESSE COPIAVA (PITIGRILLI)

Hermann Esse VS Pitigrilli

Hermann Hesse.…………………………………………………………….Pitigrilli.

Nel film “Il caso Thomas Crawford” (2007, diretto da Gregory Hoblit) il protagonista Anthony Hopkins pronuncia la frase “Anche un orologio rotto segna l’ora giusta due volte al giorno”. Una frase percepita come citazione di “Anche un orologio fermo segna l’ora giusta due volte al giorno” che lo scrittore tedesco Hermann Hesse (1887-1962) pubblicò ne “Il Giuoco delle Perle di Vetro” (Das Glasperlenspiel, 1943); tanto più che il film è frutto di una produzione tedesco-statunitense. In realtà quella frase tanto persuasiva era già apparsa nella sostanza (“Una volta al giorno anche gli orologi fermi dicono la verità”) nel libro “I Vegetariani dell’Amore” pubblicato nel 1931 a firma di Pitigrilli (Dino Segre, 1893-1975) lo scrittore italiano più popolare e diffuso all’estero tra le due guerre mondiali. “I Vegetariani dell’Amore” era stato tradotto in tedesco e pubblicato in Germania nel 1932 con il titolo “Vegetarier der Liebe”, pertanto 11 anni prima del saggio di Hesse.
La stessa frase compare nella canzone “Tufotronik 3000”, presente nell’album “L’attesa” (1999) del rapper italiano Kaos One, certamente a sua volta convinto di citare Hesse e non Pitigrilli, originario e geniale ideatore dell’efficace aforisma.